La Leggenda dell’Alfeo

Una montagna diversa da tutte,una montagna non per tutti

Ci fu un tempo in cui Lui e i suoi fratelli vivevano vicini, uniti, allineati, quasi indistinguibili.
Ci fu un tempo in cui Lui trovava pienezza in questa unione, tutto rassicurante, tutto secondo uno schema prefissato.
Era il Monte Alfeo, da secoli viveva fianco a fianco con i suoi fratelli in Val Borbera, praticamente la stessa altezza per tutti, gli stessi pendii dolci; quando si iniziava a salire il primo, si continuava fino all’ultimo, senza distinzione.
Senza distinzione.

Un giorno il Monte Alfeo fu pervaso da una potente, sconosciuta inquietudine: non poteva più rimanere il fila, non poteva più essere uno dei tanti.
Cominciò il proprio viaggio, scelse una zona isolata, selvaggia, ed il distacco dai fratelli ebbe inizio.
Lo schernivano: “chi crede di essere costui, non è nemmeno il più alto, morirà solo e abbandonato da tutti“.
Il suo distacco continuò, durante gli anni mise fra sé e coloro che erano stati la sua famiglia, boschi di faggi secolari, ripide discese e salite improvvise.
Un giorno trovò il luogo perfetto e si fermò, era la Val Trebbia: da lì poteva osservare tutti coloro che gli avevano voltato le spalle.
Morirai solo, gli avevano detto, con gesto di sfida, decise allora di porre un’ultima difficoltà per gli escursionisti che un giorno si sarebbero avventurati verso la sua sommità.
Un’ultima ripidissima discesa, dopo l’illusione di averlo raggiunto, che preludeva al durissimo pendio sulla cresta finale.

Se qualcuno lo avesse desiderato veramente, avrebbe dovuto affrontare quell’ultima fatica.
Sulla sua cima non volle la solita, banale, Croce di ferro, ma la Vergine col Bambino, simbolo per eccellenza di continuità e del perpetuarsi della vita.
I suoi fratelli pensavano fosse andato in cerca della morte, lui invece, aveva trovato la vita.
Era solo, ma aveva trovato la pace, il prezzo pagato era stato alto, ma in quel luogo c’era tutto, una perfetta sintonia con tutto quello che lo circondava.
Con i suoi boschi selvaggi, i suoi pendii ripidissimi, con la sua atmosfera unica, attese.

Attese coloro che avrebbero avuto la volontà, la determinazione e l’umiltà di giungere sulla sua meravigliosa vetta…e non tardarono ad arrivare.

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10 Comments

  1. Con i suoi boschi selvaggi, i suoi pendii ripidissimi, con la sua atmosfera unica, attese.
    Signori e signore, l’Alfeo. Chapeau, Fede

  2. Un racconto meraviglioso, che fa sognare… Fa sognare di essere lì, in vetta al Monte Alfeo, così selvaggio e solitario, così unico…. Grazie per averlo scritto.

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