Il Rifugio Nacamuli

Nella selvaggia Valpelline

Durante i miei anni di escursioni ho avuto sovente il privilegio di incontrare la vera essenza della montagna.
Una montagna selvaggia, incontaminata, dai grandi spazi, dall’ampio respiro, a volte dura, aspra, ma sempre sincera, bisognosa a sua volta di onestà e sincerità.
Queste caratteristiche le ho trovate in Valpelline, zona forse non conosciutissima, posta al centro della Valle d’Aosta, poco soggetta al turismo di massa, ma in grado di offrire spunti escursionistici ed alpinistici di prim’ordine.
Quando ne parlo, la descrivo come una valle di “vera” montagna: pochi alberghi, pochi bar, ma tanti rifugi e bivacchi, un’infinità di itinerari; il vero camminatore in Valpelline trova tutto quello di cui ha bisogno.
Il dominatore incontrastato di questa zona della Valle d’Aosta è lo splendido Gran Combin (m. 4314), contornato da una serie impressionante di cime, l’una più bella dell’altra.

Il Nacamuli
Il racconto odierno riguarda il Rifugio Nacamuli (m. 2828), il cui itinerario è pienamente in sintonia con le caratteristiche aspre e selvagge della Valpelline.
Da Aosta si percorrono 32 km sino al fondo valle, giungendo presso il piazzale della diga di Place Moulin.
Inizialmente si prende il sentiero che porta al Rifugio Prarayer (m. 2500/ 1 ora), situato al termine dell’invaso artificiale di Place Moulin.
Entro breve, una deviazione sulla sinistra ci porta su comoda sterrata nei pressi dell’Alpeggio di Arpeyssaou (m. 2119).
Dopo un tratto in leggera discesa iniziamo a salire nella Comba d’Oren, la progressione sul versante sinistro del torrente è dolce e a quota 2211 si raggiungono le Baite Garda.
Si prosegue ancora sulla sinistra sino ad un pianoro al limite della morena del Ghiacciaio d’Oren, qui si taglia decisamente a destra su faticosa pietraia; l’ambiente si fa aspro, ma è una delle ragioni per cui siamo arrivati fin qui.

La fase più impegnativa
Costeggiando il torrente sempre a destra, dopo il possibile incontro con qualche nevaio, inizia la fase indubbiamente più impegnativa.
Si sale lungo un ripido pendio roccioso attrezzato, per viaggiare in sicurezza sono indispensabili esperienza e buona forma fisica, un errore può molto spesso avere serie conseguenze.
Giunti al termine delle roccette, il rifugio è finalmente visibile, mancano poco meno di 200 metri di dislivello, coperti con qualche tornante e l’attraversamento di alcuni nevai più o meno estesi a seconda dell’avanzamento della stagione estiva.
In breve siamo al vecchio Rifugio Col Collon (m. 2818/ incustodito) e subito dopo il più accogliente e moderno Rifugio Nacamuli.

Atmosfera emozionante
Le nostre 3 ore di faticosa salita sono ripagate, possiamo usufruire di un confortevole ristoro in un ambiente straordinario.
Dopo un pernottamento, le escursioni che il Nacamuli offre sono svariate, ma quasi tutte necessitano di esperienza ed attrezzatura alpinistica.
La più “democratica” è senz’altro quella al Col Collon (m. 3114/ 1 ora/ escursionisti esperti), che separa i Ghiacciai d’Oren e di Collon.
Dal colle i più preparati possono raggiungere lo spettacolare Eveque, salita su ghiacciaio con passaggi di 2° grado su roccia.
In alternativa dalla parte opposta, la candida Becca d’Oren (m. 3532), non difficile ma su ghiacciaio piuttosto crepacciato e con un ripido pendio finale; il premio è un panorama grandioso su Gran Combin e Dent d’Herens (m. 4161).
In ogni caso una volta terminata la discesa e smaltita la fatica, il desiderio è uno solo, quello di ritornare a respirare nella splendida e selvaggia Valpelline.

Informazioni utili
Località di partenza – Place Moulin (m. 1970) – Valpelline
Difficoltà – escursionisti esperti
Dislivello – 860 m
Tempo di salita – 3 ore/ 3 ore e 30
Tempo di discesa – 2 ore e 30/ 3 ore
Ascensioni consigliate – Eveque e Becca d’Oren

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