Ogni terreno vuole la propria scarpa
Stiamo per pronunciare una banalità colossale, ma l’articolo fondamentale per ogni camminatore è ciò che porta ai piedi.
Dalla qualità e dall’adeguatezza delle nostre calzature può dipendere la buona riuscita di un’escursione; trascurando questo aspetto, un bellissimo trekking può trasformarsi in un autentico calvario.
Negli ultimi due decenni, la tecnologia applicata a questo settore, ha fatto miracoli, materiali innovativi e leggerezza, in nome della praticità ma anche dell’aspetto estetico e modaiolo.
I vecchi e romanticissimi scarponi in cuoio, compagni di tante avventure giovanili, ma spesso insopportabili, sono stati inesorabilmente spodestati.
Ecco una nostra personale rassegna della tipologia di calzature, da utilizzare in base alla difficoltà dei terreni escursionistici.
Cominciamo dal livello più semplice: strada sterrata con pendenza modesta.
Per questo primo step, sono sufficienti scarpe molto leggere, imparentate strettamente con quelle da running, solo un sostegno per le caviglie leggermente superiore ed un battistrada un poco più pronunciato.
Spostandoci su sentieri con difficoltà lievemente maggiori, puntiamo sempre sulla leggerezza, utilizzando magari scarpe da “trail”, con punta rinforzata e tomaia in goretex, pensando anche a situazioni più umide, piuttosto frequenti sulle montagne.
Se si vanno ad affrontare pietraie o discese più ripide, il discorso del peso cambia poco, possono però essere opportuni modelli più alti, con protezione adeguata per le caviglie.
Per sfasciumi e pietraie più impegnative e saltuariamente nevai in alta quota, la consistenza dello scarpone ovviamente cresce, esistono parecchie opzioni che coniugano ottimamente materiali naturali e sintetici.
Ribadiamo che tutto deve essere relazionato al grado di difficoltà: è perfettamente inutile gravare i nostri arti inferiori di centinaia di grammi superflui, se non si percorrono itinerari impegnativi.
La comparsa della neve in maniera costante, cambia poi lo scenario.
Su neve fresca, l’ultimo decennio ha assistito alla prepotente crescita delle ciaspole: strumenti di facile ed intuitivo utilizzo, che necessitano di calzature calde ed impermeabili, abbinate a ghette da neve o pantaloni con elastico e protezioni nella parte inferiore.
Quando poi il trekking sconfina nell’alpinismo e le nostre camminate si spostano sui ghiacciai d’alta quota, entrano in scena i ramponi.
Il loro utilizzo impone una maggiore esperienza rispetto alle ciaspole, in relazione anche agli ambienti più severi che si vanno ad esplorare.
Il consiglio è di abbinarli sempre a scarponi di qualità, con suola rigida e magari doppia scanalatura su punta e tacco, in grado di accogliere ramponi classici, semiautomatici o automatici.
Una buona camminata parte sempre dai nostri piedi, ma non dimentichiamo mai che transita per il nostro cuore (la passione)…ed arriva al nostro cervello (il buon senso): tre ingredienti imprescindibili per un Trekking di successo.
ottimo articolo. Troppo spesso sento persone che provano a fare escursionismo per le prime volte sottovalutare l’aspetto delle calzature, pensando che qualsiasi scarpa da ginnastica vada bene. Poi si rendono conto che anche una piccola discesa con poca pendenza ma con un po’ di erba bagnata diventa un’impresa e impiegano il triplo del tempo e fatica rispetto a se avessero utilizzato calzature idonee. Credo che si possa risparmiare su tutto il resto ma su questo aspetto proprio no
Grazie Marco, l’esperienza diretta aiuta sempre a fare le scelte giuste, l’aspetto dell’ equipaggiamento non va mai trascurato.