Il Monte Reale

Un incontro in Valle Scrivia, vent’anni dopo

img-20161225-wa0014Accade a volte di passare per anni vicino a montagne senza mai raggiungerle, di inquadrarle spesso nella visuale dei panorami delle proprie escursioni, nominandole spesso, senza però decidere mai di salire a visitarle.
Mi è accaduto con il Monte Reale, cima posta al centro della Valle Scrivia, all’estrema propaggine occidentale del Parco Regionale del Monte Antola; la mia unica salita infatti risaliva ad oltre vent’anni fa.
Per due decenni l’ho trascurato, senza conoscere bene il motivo, posso solo dire che prendendo spunto da una gita scolastica di mio figlio, ho deciso di riaffrontare questa escursione, ricevendo sensazioni molto piacevoli.

Tutto senza auto
img-20161225-wa0016Il percorso per il Monte Reale (m. 902), parte da Ronco Scrivia, in provincia di Genova, direttamente dalla stazione ferroviaria; questo è un aspetto molto interessante della gita, perché mi ha consentito di rendermi indipendente da una delle principali schiavitù della nostra epoca: l’automobile.
E’ un trekking facile, ma non banale, la quota di partenza è 325, i 580 metri di dislivello che ci separano dalla cima richiedono un minimo di allenamento.
Dalla stazione ferroviaria, si passa davanti alla Chiesa e si attraversa il ponte monumentale sul torrente Scrivia, passando per il voltino sotto l’autostrada A7.
img-20161225-wa0019Il segnavia da seguire è costituito da due triangoli gialli, si tratta del percorso più breve, che tocca la frazione di Cascine.
Passato il voltino, si prende a destra e poi subito a sinistra sulla strada asfaltata, trascurando il segnavia dell’itinerario che parte da Minceto (due x gialle, più lungo e meno ripido).
Durante il primo chilometro, il sentiero si fa subito piuttosto ripido, incrociando un paio di volte la strada asfaltata (attenzione ai segni gialli).
Arrivati a Cascine (m. 490), si cammina per qualche centinaio di metri su asfalto, per poi inoltrarsi nel bel bosco di castagni: finalmente l’escursione assume i connotati di un trekking vero e proprio.

Trekking piacevole e inatteso
img-20161225-wa0017La prima parte, poco ripida, è piacevole, quasi senza sforzo; quando incrociamo per la prima volta i cavi della teleferica che raggiunge la cima, il percorso si fa un poco più duro, ma sempre sicuro e ben segnalato, in un ambiente che ho trovato quasi sorprendente.
Il contatto con la natura cambia le prospettive, tira fuori la parte più pura e limpida di noi stessi.
Poco prima della cima, sulla destra notiamo l’evidente bivio che porta a Minceto (3 pallini gialli) e per l’interessante traversata verso le impressionanti Rocche del Reopasso (2 x gialle/ 2 ore e trenta).
Proseguendo a sinistra, in breve siamo sulla cima, dominata dalla grande Chiesa con annesso il rifugio.

Cura e passione
Colpisce, oltre al bel panorama sulle cime della Val Borbera e sull’Arco Alpino, il grande ordine e la pulizia, merito di coloro che hanno a cuore questo limg-20161225-wa0015uogo e si prodigano per mantenerlo in buone condizioni.
Il rifugio, davvero sorprendente, è costituito da due grandi stanze con tavoli, panche, stufa a legna e cucina; al piano superiore una terza camera con otto posti letto (aperta su prenotazione telefonica).
Oggi, oltre ad un piacevolissimo contatto con la natura, una dimostrazione dell’impegno e della passione per rendere speciale un luogo, da condividere con chi ama e rispetta la montagna.

Informazioni utili
Località di partenza – Stazione ferroviaria di Ronco Scrivia (GE) m. 325
Difficoltà – Escursionistico
Tempo di salita – 1 ora e trenta
Tempo di discesa – 1 ora e dieci
Dislivello – 580 m
Lunghezza a/r – 3.2 km
Note – consigliata la traversata per escursionisti esperti alle Rocche del Reopasso

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