Collina siberiana

L’ Avventura a portata di mano

Da qualche anno, la tendenza del turismo va verso l’avventura, l’esperienzialità, la ricerca delle emozioni.
Il turista sta cambiando, non è più sufficiente il luogo che si va a visitare, ma quello che si vive in quel luogo, le emozioni che si provano durante quella vacanza, facendo cose, vivendo esperienze.
La tendenza è anche quella di vivere avventure in luoghi sperduti, lontanissimi da casa, con l’obbligo di avere a disposizione molto tempo libero.
Questo fatto non mi trova d’accordo, spesso l’emozione, l’adrenalina, la conoscenza di se stessi e dei propri limiti, si trovano proprio sotto casa.

Ca’ del Bello siberiano
E’ un’esperienza che ho vissuto recentemente, un trekking collinare che amo molto e conosco perfettamente, nei luoghi delle mie origini: da Stazzano al Santuario di Ca’ del Bello, Borghetto Borbera, in Provincia di Alessandria.
L’itinerario percorre fedelmente un tratto del celebre sentiero E1 (Alta Via dei Monti Liguri); in gran parte all’interno dei boschi, compreso fra i 400 e i 500 metri di quota.
Un trekking dalle difficoltà elementari, ma di lunghezza considerevole (18 km a/r), da affrontare preferibilmente in primavera o in autunno.

Avventura domestica
Qui ha inizio la mia avventura fai da te.
La decisione è stata di percorrerlo in solitaria, con la neve e in condizioni meteorologiche quanto meno complesse: temperatura abbondantemente sotto lo zero ed intenso vento siberiano.
La prima parte nel bosco tocca l’imponente struttura del Seminario di Stazzano ed una volta tralasciata la via verso il Santuario di Monte Spineto, prosegue nel fitto bosco di castagni, verso la “Bocca del Lupo”, crocevia per il sentiero verso Vignole Borbera (circa metà percorso).
L’emozione cresce, ho percorso decine di volte questo itinerario, ma le condizioni meteo, la solitudine, danno energia e motivazione.

Catastrofe nel bosco
Il freddo, quello che pensavo fosse la difficoltà più preoccupante, è messo in secondo piano dagli enormi problemi di progressione nei tratti di bosco più fitto, ferito profondamente dal disastroso “gelicidio” dello scorso dicembre; enormi querce e castagni crollati a sbarrare la strada, un’autentico percorso ad ostacoli.
A due terzi dell’itinerario, dopo Cascina Carrosina, celebre rifugio partigiano della Seconda Guerra Mondiale, il primo pensiero razionale è quello di desistere, ma la sete di emozione mi spinge ad andare avanti…ed il grande Santuario di Ca’ del Bello appare davanti a me, 490 metri di quota che paiono come la più alta delle vette conquistate.
Grecale teso, fatica, solitudine, emozione e vita.
Il ritorno non preoccupa, seguendo fedelmente le mie tracce dell’andata.
Oggi, ancora una volta l’ennesima dimostrazione ed un grande insegnamento: la Montagna più alta è quella dentro di noi.

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4 Comments

  1. Spettacolare, Fede. Lo farò anch’io a breve, mi attizza troppo! Non ci sarà più la neve e il grecale, ma fango colloso e stessi alberi caduti… emozioni allo stato puro

  2. Non pensavo fossero caduti alberi, sarà successo durante le ultime nevicate? a gennaio ero salito a Ca del Bello ma passando da Borghetto, avevo incontrato qualcuno proveniente da Montespineto ma non mi ha parlato di difficoltà nel percorso

    • Ciao Marco, gli alberi sono caduti dopo il gelicidio del 14 dicembre,da Montespineto a Ca del Bello il sentiero a tratti è in condizioni disastrose

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