Il Rifugio

Quando il cuore torna a casa

Esiste un luogo, dove ci sentiamo protetti, liberi, nel quale tornare ad essere quelli che eravamo un tempo, riscoprendo la nostra natura più autentica.
Un luogo dove i nostri più intimi e segreti desideri vengono alla luce, dove l’inconfessabile diviene normalità, dove le paure più spaventose si tramutano in forza.

Per moltissime persone è un luogo virtuale, costruito per difendersi dalle brutture della realtà quotidiana, dalla ferocia di chi ci circonda, nel quale respirare una boccata d’aria pura, anche solo per pochi minuti, alla fine della giornata di lavoro.
Nel mio caso, molto semplicemente e banalmente e mi reputo molto fortunato per questo, il mio Rifugio è un…Rifugio.
Più precisamente un Bivacco, quello posto sulle Rocche del Reopasso, a Crocefieschi, nel cuore dell’Appennino Ligure.

Un percorso breve, verso un luogo straordinario, che scoprii un quarto di secolo fa, ripido, senza compromessi, in un ambiente appenninico roccioso, scevro e selvaggio, forse uno specchio del mio carattere.
Il minuscolo bivacco in legno, posto sotto la cima sud, è letteralmente aggrappato alla roccia, in una posizione difficilmente descrivibile a parole.

Non è propriamente attrezzato per i pernottamenti, tuttavia con un po’ di organizzazione e di senso logistico, ho trascorso al suo interno notti meravigliose.
Ho perso il conto delle serate autunnali davanti alla fiamma del suo caminetto, le mattinate invernali nelle quali mi sono svegliato con il naso ghiacciato all’interno del fedele sacco a pelo, le serate estive in cui ho atteso il calar del sole come un lupo appostato sul punto più alto della montagna.

Quando giungo in questo luogo il Miracolo si ripete puntualmente, qui tutto è più intenso, i miei cinque sensi vengono amplificati, il mio corpo percepisce di essere solamente un “contenitore” di qualcosa di molto più profondo, che nella quotidianità rimane nascosto.
L’ascesa verso la sommità, durante l’ultimo tratto quasi verticale, è spasmodica.
Cresce in me un’irrefrenabile curiosità di riconoscere sempre il Reopasso, ma soprattutto, che il Reopasso riconosca me…e lo straordinario contatto avviene sempre.

Ripeto sovente: “il vero Reopasso è quello della solitudine”, si tratta però di una solitudine incredibilmente affollata, in compagnia dei miei pensieri, desideri, fantasie e dolori.
In questa apparente pace tutto è più veloce, amplificato, scorrevole, qui sopra tutto cambia.
Ciascun essere umano ha bisogno di tutto ciò, che sia reale o una costruzione della nostra mente, personalmente ho avuto il grande privilegio di trovarlo a pochi chilometri da casa.

Quando al mattino i miei occhi si aprono, il momento è speciale, ringrazio Dio per questa inossidabile determinazione ad andare avanti, sempre e comunque, giorno dopo giorno.

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