Giorni di neve sull’Antola

Magia in Val Borbera

La nevicata della notte, aveva reso quella faggeta un luogo quasi fiabesco.
Quei dieci centimetri che si erano aggiunti ai 30/40 dei giorni precedenti, in concomitanza con un cielo che si stava rasserenando, avrebbero reso la nostra ciaspolata verso il Monte Antola, in Alta Val Borbera, un’esperienza indimenticabile.

Tutto meritato
Fortuna? No, perseveranza.
Aspettavamo tali condizioni da oltre due anni, tanti trekking con tempo incerto, tante ciaspolate con neve inadeguata.

Era tutto meritato e considerando che il meteo sarebbe stato ottimo anche per il giorno successivo, abbiamo optato per un pernottamento nel vicino Rifugio Parco Antola (m. 1460).
La descrizione dell’itinerario non è preponderante, questa volta contano soprattutto le emozioni, le sensazioni, il benessere.

Partenza classica
Il percorso scelto, è comunque quello classico dalla località di Casa del Romano (m. 1400), già descritto da noi in passato, raggiunta in auto percorrendo tutta la Val Borbera e transitando per Cabella e Carrega Ligure.
Si tratta di un piacevolissimo trekking di poco più di 10 km a/r (12 km in caso si voglia raggiungere il rifugio), con dislivello modesto ed una bellissima alternanza di faggete e spazi aperti.

Con la neve ovviamente, il livello di difficoltà si alza un poco, occorre un minimo di esperienza con le ciaspole ed un abbigliamento invernale adeguato.
Nel nostro caso, consistenza nevosa ottima ed una comoda “traccia” battuta dagli appassionati che ci avevano preceduto.
Anche il panorama è assolutamente adeguato al contesto, con la Val d’Aveto in lontananza, anch’essa imbiancata, dove spiccano le cime di Maggiorasca, Penna ed Aiona.
Verso sud, la lucentezza del Mar Ligure ed il Lago del Brugneto, finalmente ad un livello accettabile dopo mesi di siccità.

Atmosfera da rifugio
L’emozione sui prati sommitali prima dell’arrivo in vetta è intensa, la presenza di neve, suscita in noi quasi l’impressione di essere stati catapultati sui ghiacciai del Monte Rosa.
Dopo un doveroso omaggio alla grande Croce di Vetta (m. 1597), raggiungiamo l’accogliente struttura del Rifugio.
Qui troviamo la proverbiale ospitalità, che raggiunge l’apice con una cena semplice ma squisita.

Prima del riposo, quattro chiacchiere davanti all’enorme stufa a legna, la bellezza delle cose semplici: LESS IS MORE, il mantra che andiamo recitando da decenni.
L’alba ci toglie il fiato.
Un’alba preparatoria ad un bellissimo ritorno, con un brindisi al 2018 ed il ricordo di due giornate, che ci hanno fatto ritornare meravigliosamente bambini.

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