Un Trekking per tutta la vita
Mi accade sovente di osservare le mie vecchie fotografie, i muri di casa mia ne sono letteralmente tappezzati.
Le fotografie dei miei figli, delle vacanze insieme a loro, delle mie avventure sulle montagne.
Ogni immagine è un frammento di vita, avverto spesso il bisogno di rinfrescare la mia memoria; ogni frammento è un mattone per costruire il futuro, il ricordo è uno stimolo fondamentale per andare avanti.
I miei sentimenti sono spesso in contrasto: da un lato c’è la soddisfazione, l’orgoglio di padre nell’aver visto crescere così bene i miei ragazzi, di aver vissuto con loro tante esperienze indimenticabili; dall’altro gli acciacchi che aumentano, le energie che diminuiscono, la vita che scivola via.
Con i miei figli, per ragioni pratiche e logistiche ho vissuto tante bellissime vacanze al mare, ma anche numerose esperienze in montagna: tanta qualità e altrettanta quantità, nel rapporto coi figli sono importanti entrambe le cose.
Ricordo bene gli anni, nei quali ancora piccolissimi li portai sulle spalle in Val di Rhemes, in Valle d’Aosta, salendo al Rifugio Benevolo o in Val Ferret ai Rifugi Elena e Bonatti.
Qualche anno dopo, già più grandicelli, le passeggiate in Val Borbera, sul Monte Antola, con la notte trascorsa al rifugio, una bellissima esperienza di condivisione in mezzo alla natura.
La vita va avanti, le immagini scorrono sotto i miei occhi e il bagaglio si arricchisce, senza appesantirsi.
Vedo ancora foto della Valle d’Aosta, in Val di Cogne, le imponenti Cascate di Lillaz e il Lago delle Loie, sento ancora i capricci del mio secondogenito Riccardo, su quel ripido sentiero.
I figli sono segno di continuità, è bello a volte pensare un perpetuarsi della nostra passione, attraverso i loro occhi pieni di stupore, di fronte alle meraviglie della natura.
A volte è difficile far coincidere gli impegni quotidiani, scolastici e lavorativi, ma occorre impegno, ne vale sempre la pena, nuove immagini e nuovi frammenti che ci attendono.
Con loro oramai più alti di me, ricordo la recente escursione alle Rocche del Reopasso, nell’Appennino Ligure, un luogo simbolo per me.
Gnocchi al pesto all’interno del magnifico bivacco, un nido d’aquile: la bellezza delle cose semplici, un grande insegnamento.
La camminata verso il Monte Ebro, con quei due ragazzoni che oramai tenevano il mio passo, orgoglio e nostalgia allo stesso tempo: avrei dato tutto l’oro del mondo per potermeli caricare ancora una volta sulle spalle.
La discesa poi verso il Rifugio Orsi, in Val Curone, con cena, pernottamento ed una colazione con pane e marmellata, che mi ha fatto ritornare bambino.
A volte è faticoso organizzare un’escursione non dovendo pensare solo a se stessi, a volte la pazienza è messa alla prova dalle lamentele nei tratti di sentiero più faticoso, al ritorno poi, qualche lavatrice in più da fare; tuttavia dopo anni il mio bilancio è enormemente in attivo, senza alcun dubbio.
Per questo devo ringraziare Emanuele e Riccardo, per le gioie che mi hanno regalato e che mi regaleranno in futuro; tanti frammenti di vita, vissuti…insieme.
bellissime parole, i tuoi figli, leggendole, saranno orgogliosi di te, come tu lo sei di loro.
Bisogna sempre trasmettere le nostre passioni ai figli, fargli vivere le esperienze e le emozioni che abbiamo da tempo vissuto anche noi. Poi si sa che crescendo sceglieranno la loro strada e seguiranno le proprie ambizioni, possono seguire le orme dei genitori oppure scegliere altri percorsi. Ma le emozioni e le esperienze che hanno vissuto da piccoli con i propri genitori rimarranno per tutta la vita. E saranno un bel ricordo
Un grazie commosso Marco, con loro ho vissuto e vivrò un meraviglioso trekking di una vita.
Grazie papà
Grazie a te Lele, ti voglio bene